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Quanto è importante, nel 2024, l'educazione sessuale?

Vedo in studio un'adolescente di 17 anni. Nel corso della seduta di questa settimana, era molto agitata perché temeva di essere incinta. Abbiano provato a capire insieme se c'era effettivamente stato un rapporto "a rischio gravidanza" e quando. La conclusione è stata che non c'era stato, perché con il suo ragazzo ci sono stati momenti di intimità, ma mai rapporti sessuali completi. Infatti, il giorno seguente alla seduta, le mestruazioni sono arrivate. Questa ragazza ha passato però un'intera settimana con una forte ansia e attacchi di panico, senza un motivo reale.  Racconto questa storia perché mi stupisce molto il fatto che, nel 2024, con accesso a tutte le fonti di informazione del mondo, una diciassettenne sveglia e intelligente come la mia paziente possa non conoscere la basi del priprio funzionamento e dei meccanismi della fertilità. Penso al fatto che gli adolescenti oggi hanno accesso a moltissime informazioni, sanno tutto sul sesso, ma non possiedono

Bambini più agitati e meno collaboranti... sarà il periodo?

Ogni settimana mi capita di vedere in studio diversi bambini per i potenziamenti dell'apprendimento. Da questa settimana, mi sto accorgendo che molti di loro iniziano a manifestare un minor grado di collaborazione, più comportamenti legati ad agitazione e una maggiore affaticabilità. In effetti, ogni anno, a partire dalla metà o dalla fine di aprile, iniziano ad evidenziarsi queste situazioni. Probabilmente sono dovute alla stanchezza che si accumula nel corso dell'anno scolastico e che inizia a raggiungere dei livelli molto alti in questo periodo. Questa stanchezza fa sì che i bambini abbiano meno voglia di dedicarsi ad attività che riguardano la scuola, che si stanchino più in fretta e che si mostrino meno disponibili a collaborare quando gli si propone un compito da svolgere. Questo è del tutto normale.  Quando abbiamo a che fare con un bambino, teniamone allora conto. Se è più lento nello svolgere i compiti, se accetta meno facilmente di sedersi alla scrivania per studiare,

Lasciare andare il dolore emotivo

E' capitato probabilmente a tutti di sperimentare un momento di dolore emotivo e di fare fatica a lasciarlo alle spalle. Perchè è così difficile farlo? Perchè, se il dolore è qualcosa che vogliamo evitare di avere nelle nostre vite, a volte ce lo teniamo stretto e ci ostiniamo a portarlo con noi anche a distanza di tempo? Una risposta possibile a questa domanda sta nel passato delle persone. Molte delle persone che fanno particolarmente fatica a lasciare indietro il dolore (e magari continuano a parlarne e a lamentarsi di quello che hanno passato) hanno sperimentato nella loro infanzia situazioni in cui non si sono sentite accolte e comprese nelle loro difficoltà. Questo mancato riconoscimento del dolore passato, purtroppo, fa sì che cerchino anche da adulte di fare sì che gli altri diano importanza a come si sentono, amplificando i propri disagi e facendo fatica a lasciarli andare. Questi atteggiamenti, che provocano sempre ulteriore sofferenza, sono del tutto inconsapevoli e sono

Perchè aderire allo screening di ansia e depressione per over 65

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Con i 65 anni, si entra "ufficialmente" in quella che viene definita terza età. Quello a cui si va incontro è un periodo della vita che, come tutti gli altri, può essere vissuto bene oppure presentare delle difficoltà. Sicuramente, questa è una fase che ha delle specificità e che può presentare delle sfide maggiori rispetto ad altre fasi. Ad esempio, con l'aumentare dell'età anagrafica, è possibile che ci siano un numero maggiore di lutti (del coniuge, di amici, di parenti...), malattie e problematiche di salute, difficoltà di adattamento in seguito al pensionamento. La terza età è anche il periodo della vita in cui si può iniziare ad andare incontro a un decadimento cognitivo, cioè ha una minore funzionalità del cervello, che si traduce in perdita di memoria e di attenzione. Per tutti questi motivi, dai 65 anni in su, è più frequente che si osservino delle difficoltà emotive, quali ansia e depressione. Spesso, però, le persone hanno difficoltà a distinguere quelli ch

L'importanza di dare ai bambini delle regole chiare

Vedo in studio una bambina di 7 anni, per problemi comportamentali e scoppi di rabbia che avvengono con i genitori. Dopo aver conosciuto la mamma e il papà, ho iniziato a vedere la bambina e, nel corso delle prime sedute, è emerso che lei non percepisce la presenza di regole chiare nella propria famiglia. Ad esempio, ci sono molti scontri che riguardano la possibilità di guardare i cartoni animati. La bambina vorrebbe guardarli, i genitori le dicono di no e iniziano le urla. La cosa interessante è che la bambina non sa quali sono i momenti in cui può guardare la tv, non sa perché in certi momenti non può guardarla (non le è stato ad esempio spiegato che prima di andare a dormire non è indicato farlo) e non sa per quanto tempo al giorno sono concessi i cartoni animati. A peggiorare il tutto, è anche circondata da modelli di adulti che guardano la televisione per interi pomeriggi. Questa situazione mette la bambina in una situazione di incertezza e la spinge a chiedere continuamente di p

Quando è un genitore ad avere delle difficoltà emotive

Essere genitori non ci mette al riparo dal vivere delle difficoltà emotive, come dei momenti di ansia o dei periodi di depressione. Come possiamo gestire la situazione in questi momenti, considerato che ci sono uno o più bambini che vedono e vivono la condizione della mamma o del papà? La prima riflessione che verrebbe spontanea a chiunque potrebbe suonare più o meno così: i bambini vanno protetti ed è bene che non vedano il papà mentre ha un momento di ansia intensa o la mamma depressa. Questo è sicuramente vero, ma non sempre è così facile riuscire a mettere da parte le proprie difficoltà e a mostrarsi forti e sereni ai propri figli. Inoltre, spesso, quando proviamo a fare finta di niente, risultiamo poco autentici e i bambini si accorgono che qualcosa non va, con il conseguente carico emotivo che ne deriva. Come fare allora? In molti casi, la soluzione a questo problema sta nella possibilità di spiegare quello che succede e di dialogare con i figli a proposito delle situazioni che g

Una riflessione sulle emozioni travolgenti

Capita a volte che ci siano delle emozioni molto intense, che ci travolgono. Come possiamo fare, quando queste emozioni sono negative, a gestile e a evitare di crollare sotto il loro peso? La prima cosa da fare è evitare di lottare contro di esse e di cercare in tutti i modi di metterle a tacere. Un'emozione che non viene ascoltata, invece di zittirsi, urlerà ancora più forte. Dobbiamo invece abituarci a stare in contatto con le nostre emozioni, anche con quelle disagevoli, e ad accoglierle come una parte importante della nostra esperienza. Diciamo semplicemente a noi stessi "in questo momento sento una forte rabbia/tristezza/ansia; può capitare di sentirsi così e non durerà per sempre". Quando sperimentiamo un'emozione particolarmente intensa può essere utile dedicarci a una qualche attività: uscire a fare una passeggiata, riordinare qualcosa, scrivere... svolgere un'azione che aiuta la nostra mente a spostare l'attenzione su un altro oggetto, in modo da dimi